Un’analisi delle domande di consulenza sessuologica rivolte all’AISPS di Roma nel corso del 2019 conferma la tendenza ad un incremento di richieste rivolte alla figura del sessuologo clinico cioè lo psicologo-psicoterapeuta perfezionato in sessuologia (+1% rispetto all’anno precedente). Questi dati non sono probabilmente da attribuire a una maggiore diffusione di problematiche sessuali quanto a un’aumentata informazione e sensibilità nell’ambito della salute sessuale e sulla possibilità di affrontare e risolvere difficoltà sessuali un tempo taciute per vergogna e false credenze.
Le statistiche emerse si discostano da diversi luoghi comuni e infatti sono stati gli uomini a chiedere in misura maggiore l’aiuto del sessuologo rappresentando il 39% del totale dei consulti. Le richieste femminili sono state il 35% mentre il restante 26% è rappresentato dalle consulenze sessuologiche richieste in coppia. Il 69% del totale è composto da persone coinvolte in una relazione affettiva mentre il 31% da single.
Il motivo più frequente per il quale si è cercato il supporto di un sessuologo è la carenza di desiderio sessuale, lamentata nel 20% dei casi. In particolare è prevalso il riscontro di un basso desiderio maschile con il 11% dei casi contro il 9% in cui questo riguardava la donna. Anche questo dato sembra sfatare la convinzione che siano le donne a mostrare nel tempo un minore interesse verso il sesso. Dobbiamo tuttavia tener conto che proprio questo luogo comune potrebbe ancora indurre molte coppie ad accettare come normale il calo della libido femminile non valutando la possibilità di essere aiutati. Al contrario la poca iniziativa maschile genera più spesso attenzione e preoccupazione, sono in genere le partner a ricercare o sollecitare la necessità di consultare un sessuologo. Il calo del desiderio è il motivo per il quale più spesso la consulenza viene richiesta direttamente in coppia.
Il secondo motivo più frequente di consulto con un sessuologo risulta l’ansia da prestazione maschile associata a problemi di erezione che interessa il 25% delle richieste. D’altronde l’ansia da prestazione è anche uno dei fattori responsabili dell’eiaculazione precoce, problematica che motiva il 21% delle richieste al sessuologo.
Per le donne l’assenza di orgasmo o la difficoltà nel raggiungerlo con un partner è la più frequente causa di disagio riguardando il 18% delle richieste di consulenza sessuologica.
Le donne che si sono rivolte al sessuologo per una condizione di vaginismo o dispareunia sono il 10% delle richieste totali, un dato che suggerisce maggiore consapevolezza e informazione riguardo a questo problema ma che potrebbe essere ancora poco rappresentativo della reale diffusione del problema.
I grandi assenti restano i disturbi parafilici, quelli che in passato venivano definiti “perversioni sessuali” e che descrivono condizioni di disagio la cui diffusione non è certamente proporzionale alle richieste di consulto che si limitano al 2% del totale.
Il 4% delle richieste rivolte al servizio di sessuologia riguardano tematiche di vario tipo non associate alle precedenti categorie diagnostiche.
Si tratta di importanti conferme dei progressi degli ultimi anni che incoraggiano a rinnovare l’impegno nel rendere nota e accessibile la figura del sessuologo clinico come risorsa nella cura della dimensione psicologica e relazionale della salute sessuale intervenendo in particolar modo su quelle problematiche ancora sommerse che richiedono informazione e facilitazione nel cercare un supporto.
Autori
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa AISPS Roma
Psicologo Sessuologo AISPS Roma