L’ipnosi clinica di fine ‘800 e in particolare l’opera del neurologo Hippolyte Bernheim, del quale lo stesso Freud fu allievo, assumono un ruolo fondamentale nello sviluppo delle moderne psicoterapie. Fin nelle loro prime applicazioni le tecniche ipnotiche hanno avuto come oggetto privilegiato lo studio e la cura di quelle manifestazioni sintomatiche che si collocano tra lo psichico e il somatico.
Nel pensiero comune l’ipnosi medica viene spesso confusa con le esibizioni di ipnotisti da palcoscenico divenendo vittima di analoghi pregiudizi e diffidenze; tuttavia nell’ambiente scientifico tale tecnica ha continuato ad avere significativi spazi di sviluppo e di applicazione, vedendo negli anni l’affermarsi di alcune sue rielaborazioni come il training autogeno, l’EMDR e la Programmazione Neuro Linguistica (PNL).
Negli Stati Uniti le tecniche ipnotiche sono ben note in ambito medico ed odontoiatrico quali strumenti alternativi all’utilizzo di anestetici locali, nel trattamento del dolore cronico e nell’induzione di analgesia durante il parto. La gestione del dolore è tuttavia soltanto uno dei molteplici ambiti applicativi dell’ipnosi.
Nella ricerca e nella clinica psicosomatica l’ipnoterapia si è rivelata efficace nel trattamento di numerosi disturbi e sindromi quali per esempio la cefalea, il colon irritabile, le intolleranze alimentari, la dismenorrea, l’ipertensione arteriosa, la psoriasi, la dermatite.
Le tecniche ipnotiche consentono infatti la modulazione e regolazione di quei processi psicofisiologici e neurovegetativi che sono direttamente coinvolti nei disturbi somatici funzionali consentendo lo sviluppo di un diverso equilibrio psico-biologico nel quale non trova più posto il fenomeno patologico.
Le caratteristiche dell’ipnoterapia la rendono inoltre particolarmente indicata per il trattamento dei disturbi d’ansia e le alterazioni del sonno.
Allo stesso modo l’ipnosi rappresenta un potente strumento nella terapia dei disturbi sessuali consentendo un intervento sulle cause e i processi emotivi profondi che determinano il manifestarsi di problematiche come la disfunzione erettile, il vaginismo, l’eiaculazione precoce e il calo del desiderio sessuale.
Rispetto alla possibilità di fruire di tale strumento è oggi superato il concetto di “ipnotizzabilità” che distingueva tra soggetti predisposti o meno all’induzione ipnotica; il requisito necessario all’utilizzo dell’ipnosi è essenzialmente la propria volontà e motivazione ad avvalersene.
Contrariamente a quei pregiudizi e false credenze che la vogliono una tecnica manipolativa e coercitiva, l’ipnosi terapeutica si fonda su una collaborazione attiva del soggetto e rappresenta un vero e proprio training in cui la persona apprende la possibilità di accedere a risorse che abitualmente agiscono “sotto soglia” senza essere direttamente percepite e orientate dalla nostra coscienza razionale. L’utilizzo dell’ipnosi all’interno di un lavoro psicoterapeutico e la sua integrazione con tecniche psico-corporee e cognitivo-comportamentali costituisce l’approccio più completo ed efficace, consentendo un intervento su più livelli che ben corrisponde alla natura complessa e multifattoriale propria dei fenomeni psicosomatici e psicosessuali.
Autori
Psicologo Sessuologo AISPS Roma