Si parla di matrimonio bianco nel caso in cui una coppia sposata non abbia ancora potuto esperire un rapporto sessuale completo conservando una condizione di verginità.
La difficoltà che è all’origine di un matrimonio bianco può corrispondere a diverse tipologie di disfunzioni sessuali con una prevalenza del vaginismo nella donna e del deficit erettile nell’uomo.
Le cause del problema sono di natura psicologica collocandosi nella dimensione emotiva e psico-corporea dell’intimità sessuale. Nelle problematiche correlate al matrimonio bianco un ruolo significativo è spesso assunto dalle caratteristiche del back-ground educativo e delle fasi evolutive del proprio rapporto con la sessualità e con la corporeità erotizzata. L’immaginario di una barriera, fisica o psicologica, è spesso utilizzata per descrivere il modo di percepire il problema.
Nonostante il disagio che può derivare dal vissuto di una sessualità incompleta, la coppia dispone spesso di un’ottima sintonia relazionale con ampi spazi di condivisione e comunanza di valori. D’altronde nell’ambito della stessa sfera sessuale può esservi una buona intesa con reciproca soddisfazione e scambio di piacere attraverso attività non coitali.
La presenza di tali aspetti compensatori rappresentano nel matrimonio bianco una grande risorsa per il rapporto di coppia ma allo stesso tempo possono favorire una prolungata convivenza dei coniugi con la problematica sessuale prima che sia matura un’autentica iniziativa e motivazione ad affrontarla. Il desiderio di un figlio diviene in molti casi lo stimolo a ricorrere ad un supporto specialistico e non è raro che ciò avvenga soltanto quando l’orologio biologico vede significativamente ridotto il periodo utile ad un concepimento.
Un’ulteriore complicazione nel matrimonio bianco può sopraggiungere nella fase diagnostica della problematica che comporta il rischio di una lettura parziale e medicalizzante dei sintomi del vaginismo o del deficit erettile con carente attenzione alle radici psicologiche e alle implicazioni relazionali della difficoltà con cui la coppia si trova confrontata. In tale eventualità l’approccio farmacologico e la proposta di terapie fisiche invasive sono destinate a fallire prolungando ulteriormente la permanenza della difficoltà e scoraggiando i coniugi circa la reale possibilità di uscire dalla loro condizione fino a mettere in discussione il loro stesso progetto di genitorialità.
Nell’evoluzione positiva di un matrimonio bianco la strada terapeutica più centrata ed efficace è indubbiamente l’approccio psico-sessuologico al vaginismo e/o alla disfunzione erettile che prevede la partecipazione di entrambi i coniugi in una terapia di coppia o l’alternarsi della terapia individuale con incontri di coppia. Il trattamento si fonda sull’integrazione del colloquio psicologico con tecniche di analisi ed elaborazione dei vissuti corporei e la possibilità di esperienze terapeutiche che la coppia vive nell’intimità domestica. La figura di riferimento per questo tipo di terapia è il sessuologo o psicosessuologo.
Nella maggior parte delle situazioni di matrimonio bianco la prognosi è favorevole, sia per quanto riguarda il vaginismo sia per la difficoltà erettile, con il raggiungimento di risultati progressivi che vedono quali tappe fondamentali la possibilità di portare a termine l’atto penetrativo, l’esperienza di piacere durante il rapporto, il raggiungimento dell’orgasmo coitale e quindi la completa soddisfazione e benessere sessuale di entrambi.
Autori
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa AISPS Roma
Psicologo Sessuologo AISPS Roma